Psicologo, Psicoterapeuta, Psicoanalista
Il nome è destino
Come il nome proprio ci individua e ci identifica in una persona particolare e irripetibile, segnandoci in maniera indelebile, a volte ancora prima della nostra nascita, così il sintomo è il risultato originale e complesso dell’intreccio di diversi fattori che ci appartengono in modo unico ed esclusivo: la nostra storia di vita, le azioni e le parole degli altri, il nostro corpo, il desiderio soggettivo, il godimento, i conflitti, l’inconscio e il rimosso formano la trama che da vita e si concretizza nei nostri sintomi. Prima di risolvere un sintomo, è necessario comprendere che esso ricopre un ruolo nella nostra vita che, nel bene o nel male, ci permette di stare in piedi e di andare avanti. Per questi motivi, per curare un sintomo è indispensabile capire quale sia la strategia migliore per scioglierlo: non è affatto vero che sintomi simili si curano nello stesso modo! La ricetta o la tecnica che va bene per tutto non esiste. Come un sarto che confeziona l’abito tagliato sulle esatte misure del cliente, così un buon terapeuta deve saper scegliere l’approccio migliore per aiutare il proprio paziente, nel rispetto della sua storia unica e della sua soggettività.
La mia formazione
È fondamentale che la storia personale del terapeuta sia ricca di esperienze di vita e formative, molteplici e il più varie possibili. Personalmente, ho studiato Psicologia in Università Cattolica, un ateneo con un taglio decisamente cognitivista; mi sono laureato con una tesi in psicologia dinamica, con oggetto la cultura araba e i popoli del deserto; ho viaggiato in diverse parti del mondo imparando, tra altre cose, l’inglese e lo spagnolo, cosa che mi permette di tenere terapie in queste lingue; mi sono specializzato in Irpa, una Scuola psicoanalitica che riprende gli insegnamenti di Freud e di Jacques Lacan, sotto la guida di Massimo Recalcati, che è stato mio maestro e analista personale per 13 anni. Nel 2017 mi sono sposato e sono diventato padre. Ho lavorato per quattro anni nei Cps del Fatebenefratelli, collaboro da più di vent’anni con le scuole di Milano e provincia, sono socio di Telemaco di Jonas, dove mi occupo, come terapeuta, prevalentemente di adolescenti e famiglie. Quello che mi ha sempre guidato, nella diversità dei miei apprendimenti, è una grande apertura mentale, un’innata curiosità e un forte desiderio di conoscenza.
Quali disturbi tratto
Nel mio lavoro, con adolescenti e adulti, cerco di adattare le metodologie e le tecniche apprese alle soggettività che incontro: guidato da una cornice psicodinamica, conduco psicoterapie o psicoanalisi a seconda dei casi e delle necessità. In alcune situazioni particolari mi avvalgo della collaborazione di uno psichiatra o un neuropsichiatra.
Si rivolgono a me pazienti con le sintomatologie più disparate: disturbi d’ansia, paure, fobie e attacchi di panico; disturbi dell’umore, come depressione o bipolarismo; disturbi alimentari, bulimie e anoressie; dipendenze di vario tipo, affettive, da sostanze, ludiche; comportamenti autolesivi come tagli e attacchi a sé; disturbi di personalità, come narcisismi o introversioni patologici; problemi relativi alla stima e all’immagine di sé; forme di ritiro sociale o dalla vita, come gli hikikomori.
Ma anche, e forse più frequentemente, persone con problemi relazionali, familiari, lavorativi, di comunicazione; individui che attraversano particolari fasi della vita, come lutti, separazioni, traumi o grandi cambiamenti.
Ricevo in studio privato a Milano in Città Studi (MM Lambrate e Udine), presso Telemaco in zona Piola, a Bergamo, quartiere di San Paolo. In casi assolutamente eccezionali svolgo interventi a domicilio e in videochiamata.
Le sedute generalmente durano 45 minuti ma, con alcuni pazienti e comunque sempre sotto la mia responsabilità, la durata può essere variabile. Il mio tariffario dipende dal tipo di lavoro e dalle disponibilità del paziente: in ogni caso rispetta le indicazioni dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia.
Prima di una presa in carico, di norma, propongo al paziente di darci un lasso di tempo di qualche seduta per capire quale lavoro si possa svolgere insieme, per concordare il costo e per accertarsi che il nostro incontro possa essere effettivamente fecondo e produttivo: che possa essere, cioè, un buon incontro.
Comunque vadano le cose, ciascun paziente riceve un ascolto attento e non giudicante, la riservatezza che ogni caso richiede, un’analisi responsabile e una precisa restituzione.